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La Raffineria
Un paese in Lomellina: la storia, le tradizioni, il lavoro, la gente...

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Oriundi sannazzaresi


Dopo aver visitato il sito, alcuni navigatori, figli o nipoti o parenti di ex-Sannazzaresi, si sono messi in contatto con il curatore di queste pagine allacciando, in qualche caso, un amichevole, interessante rapporto epistolare, con reciproco scambio di notizie tramite e-mail o chat:


Il Generale Radetzcky a Sannazzaro!

Il sig. Gianfranco Pilloni di Roma, dopo aver visitato queste pagine, segnala che "mia suocera, nativa di Sannazzaro, oggi 80enne, parla spesso del paese... Si chiama Bucci Domenica e sua sorella, di poco più grande, Francesca... La loro mamma di cognome faceva Carpani e sposò un Bucci proveniente da Trani, direttore dell'Ufficio Postale (credo) di Sannazzaro. Hanno anche un fratello, Antonio, sui 70 anni grosso modo. Mi dicono che spesso il Generale Radetzcky veniva ospite nella casa del loro nonno...".

 

La Ninin di via Fornaci e ... i balabiott!

Il signor Marco Magnarapa di Como, ricorda la madre, già sannazzarese: "... si chiamava Cervi e la famiglia abitava ...al civico n.2 di Via Fornaci. Non penso che qualcuno se ne possa ricordare, la "Ninin", all'anagrafe Antonia, era del 1905...". La visita alle pagine sulle mondine gli fa ricordare "...di averne incontrato la decana ancora una quindicina di anni fa, in occasione della prima crociera del battello che partiva dalla darsena di Milano. Vi era compresa la visita alla riseria di Sannazzaro ed in seguito l'incontro con le mondine che ci accolsero con le loro canzoni...". Il signor Magnarapa segnala pure la sua perplessità per la spiegazione riguardo al termine "balabiut" qui data e avanza l'ipotesi che il nomignolo avesse a che fare con "...i cittadini di Ballabio, paesino delle prealpi lecchesi, 'furmagiatt' per tradizione, scendevano a commerciare i loro prodotti in tutta la Lombardia. Erano conosciuti anche in Lomellina, dove più d'uno lavorava nei piccoli caseifici che una volta vi abbondavano, valligiani dal carattere un po' chiuso, venivano ingiustamente considerati 'sempliciotti', quasi dei paesani più paesani. Mi permetto di ipotizzare che, ferme restando le improvvisate danze notturne, fosse la rusticità dell'occasione a far pensare che così potessero danzare solo i 'balabiott'...".

Il nipote argentino.

Il signor Carlos Ceferino Nava, di Santa Fe (Argentina), racconta di essere "il nipote di Pietro Paolo Francesco Nava, nato a Sannazzaro alla fine del 1800, che emigrò in Argentina con i genitori Francesco Nava e Rosa Villani, quando ancora era un piccolo bambino...". Il signor Carlos gradirebbe entrare in corrispondenza via e-mail con persone che abitano il paese d'origine dei suoi avi, coltivando altresì la speranza di poterlo presto visitare.

Update: in effetti qualche tempo fa Carlos, di passaggio in Italia, è venuto a Sannazzaro facendomi una improvvisata quanto gradita visita... (n. d. c.).



Dal Brasile.

Il signor Carlos Eduardo Guariente, che vive a São Paulo (Brasile), comunica di essere "discendente diretto della famiglia Sannazzaro, nato da Amabile Clementina Sannazzaro", ma non sapeva esistesse una località italiana col nome di famiglia della madre...

Il pronipote argentino.

Il signor Ferdinando Pensotti, di Buenos Aires (Argentina) segnala che il nonno, Siro Gilardi, nato a Sannazzaro intorno al 1860, si sposò a Mede nel 1887, dove visse fino al 1890, quando emigrò in Argentina. Gradirebbe conoscere "...quales fueron las circunstantias que determinaron que hacia finales del siglo XIX tantos italianos emigraran de Italia a otros paìses, entre ellos la Argentina...". Sulla base di quanto esposto nel testo di Alessandro Savini qui riportato, gli è stato risposto che "...el motivo por lo que tus 'abuelos' se fueron a Argentina quizà està en un libro de historia local, en donde se lee que a comienzo de los anos '80 (1880), a causa de la crisi agrìcola, la emigraciòn adquiriò en Lomellina cierta proporciòn... Las partidas no estaban aislada y no sòlo dirigidas hasta la cercana Francia; ahora se iba en paises lejanos màs allà del Atlàntico, sobretodo hàcia Argentina y a irse eran por la mayor parte braceros ( peònes en argentino?). Esto molestaba mucho a los campesinos, acostumbrados a tomar sin problemas mano de obra abundante y barata. La miseria y el porvenir enseguro eran motivos para intentar la aventura. Se partìa por América en otono, terminada la época de la recoleciòn y cuando la expatriaciòn no era definitiva, generalmente se volvìa a Italia en primavera por la nueva siembra. Pero la mayorìa se quedaba definitivamente en el Nuevo Mundo, muchas veces cortando las relaciones con Italia y con su familia....".

Sempre a proposito dei Gilardi, il signor Carlo Gilardi comunica:
"...ho letto quanto scritto dal pronipote di SIRO GILARDI. In effetti chi le scrive è figlio di un Sannazzarese, Maggiore Giuseppe Gilardi "emigrato" , per così dire, dapprima a Torino e poi, seguendo la Capitale d'Italia, in quanto Funzionario delle costruende Ferrovie dello Stato, a Firenze e poi a Roma, dove ha sempre vissuto e dove è deceduto nel 1949. Nella sua vita è stato sempre attaccato alla sua terra d'origine tanto che il giornale "L'Eco della Lomellina" è sempre stato il più letto in casa nostra. Il mio nome è Carlo Gilardi ed ho ricostruito, anche con l'aiuto dei miei fratelli e dell'Ufficio Anagrafe del Comune di Sannazzaro, l'albero genealogico della mia famiglia risalendo a DOMENICO GILARDI, Padre di un mio quadrisavolo paterno, nato probabilmente a Sannazzaro nel 1720 circa. Domenico Gilardi era padre di Eligio, il quale a sua volta padre di Siro Gilardi. Il mio pro-pro zio Siro Gilardi, figlio di Eligio Gilardi e Bernardina Sala Gilardi, aveva altri fratelli: Giuseppe (mio trisnonno), Teresa,Luigi e Rosalia (sposata Manetta): la data di nascita di Siro dovrebbe aggirarsi intorno al 1820 e vi sono quindi probabilità trattarsi della stessa persona emigrata in Argentina...", di cui al precedente intervento del signor Ferdinando Pensotti. Va detto che fra le due date di nascita di Siro Gilardi presuntivamente indicate vi sono una quarantina di anni, forse troppi in riferimento ad una medesima persona...

 

I Bobbio in Brasile.

Il signor Joel Soprani, giornalista nello stato dello Espirito Santo, in Brasile, comunica:

"Ho conosciuto oggi il tuo sito. Sono rimasto contento, anzitutto per conoscere un po' di più della storia della mia famiglia...Mia nonna si chiamava Thereza Bobbio ed era figlia di Lazzaro Bobbio, fratello minore di Francesco Bobbio. E anche mia sorella è sposata con un Bobbio.
Da quando ero piccolo ho ascoltato spesso sulle sofferenze dei nostri antenati venuti dall' Italia. Francesco é arrivato in Brasile con la sua madre (vedova), un fratello (mio bisnonno) e due sorelle... Però, mai ho visto qualcosa scritto dalla loro mano, come ho trovato nel tuo sito (in questa pagina, n.d.r.). Ci sono ancora tantissimi Bobbio nello nostro stato...".

Articolo pubblicato su "L'Eco della Lomellina" nel 1895, con il testo di una lettera di Francesco Bobbio sulle sue pessime condizioni di emigrato: file .PDF (p.g.c. di Rosalia Carpani).

(Altre segnalazioni in merito saranno graditissime, da qualunque parte d'Italia e del mondo provengano: scrivete!)

 

I Sannazzaresi e l'emigrazione: ragioni di un fenomeno sociale che interessò il paese e tutta la Lomellina tra fine '800 e primi decenni del '900 (Da "Una terra una popolazione - Sannazzaro de' Burgondi attraverso il suo giornale - 1890/1926" di Alessandro Savini, 1987).

Famiglie sannazzaresi nel mondo: gli Arpiani, gli Zucca, i Bianchi, gli Astaldi...


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