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La Raffineria
Un paese in Lomellina: la storia, le tradizioni, il lavoro, la gente...

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Il lavoro, ieri e oggi.

Oltre la Raffineria.

Una mietitrebbia della Lova
                S.p.A. di Sannazzaro.Sannazzaro è spesso identificato e riconosciuto anche dai non residenti come sede della Raffineria. Dal punto di vista economico, infatti, questo grande complesso industriale ha fornito e fornisce tutt'oggi posti di lavoro. Eppure questo paese della Lomellina è sede di molte altre società che grazie alla loro attività offrono occupazione. Iniziamo così un viaggio ipotetico alla scoperta delle maggiori aziende che caratterizzano il nostro paese. Sono situati in Via Vigevano 51 gli uffici della SIVAL S.p.A. , azienda di produzione di viti diretta dal Sig. Giuseppe Ceraminati. Nata nel 1955, oggi ha alle sue dipendenze 76 addetti. L'azienda produce viti per legno, per metallo, per pannelli truciolari, viti autofilettanti e viti speciali su richiesta e disegno del Cliente, il tutto in una gamma di materiali quali Ferro 4.8 e 8.8, Ottone OT63, Rame, Acciaio temprato (C15-C18-C22B), Acciaio inox AISI 304 e 316 (A2 e A4) e rifornisce non solo le piccole ferramenta ma anche e soprattutto le grandi industrie edili e le aziende produttrici di mobili. II suo mercato non è limitato all'Italia ma anche alle grandi società della Francia e della Germania, tra le quali vale la pena di ricordare la WURTH. Del resto, il nostro paese può essere a buon titolo considerato come capitale delle viti, in Lomellina.

Poco distante, al numero 19, è collocata la LOVA S.p.A., azienda di costruzione impianti industriali. Dal 1947 la famiglia Lova dirige la società che ha alle sue dipendenze 32 addetti, i quali svolgono attività di costruzione e manutenzione mietitrebbie con l'aggiunta di lavori di carpenteria su un mercato lombardo-piemontese. L'azienda ha precorso i tempi nella costruzione di macchine per la trebbiatura del riso, anticipando i grandi colossi del settore. All'interno del paese ha sede dal 1990 la SIPEM S.n.c. L'azienda diretta dai signori Vittorio Gandolfi e Luciano Giurastante ha domicilio in Via Pasubio 8 e ha alle sue dipendenze 10 addetti. L'attività consiste nella progettazione ed esecuzione di impianti industriali per tutta Italia: attualmente è impegnata in Sardegna (Porto Torres), Sicilia (Catania), Veneto (Padova), Lazio (Rieti) ed Emilia Romagna (Bologna) ed ha la manutenzione per conto dell'AGIP e della LIQUIGAS degli impianti GPL per tutta la Lombardia. Sulla strada provinciale per Ferrera si è localizzato un piccolo polo industriale. Hanno domicilio qui diverse aziende nate a partire dagli anni 50. La prima in ordine di età è la BOVERIO LUIGI S.r.l., nata nel 1956, e con alle proprie dipendenze 15 addetti. L'attività si basa sulla costruzione di brevetti quali: macchine per la tintura di bottoni, idroestrattori centrifughi per tutte le applicazioni, macchine lava ed asciuga verdure per grandi cucine, elettropompe per idromassaggi e motori elettrici speciali e normali. I brevetti vengono presentati non solo sul mercato italiano ma anche su quello mondiale; l'azienda commercia con Giappone, America ed Europa intera, grazie anche alla partecipazione costante a tutte le fiere del settore. A poca distanza ha sede la C.I.P I. S.r.l., società diretta dai signori Nogarin, Gregorini e Castignani, nata nel 1976, alle cui dipendenze vi sono 47 addetti. Svolge attività di costruzione impianti petrolchimici industriali, alla quale affianca la manutenzione. Operando nel settore metalmeccanico lavora per conto di società quali: AGIP, SNAM, ENI ed ENEL. Ultima in ordine d'età è la PANDAGOMME S.n.c. diretta dai signori Fernando D'Andrea e Giorgio Oberti. Nata infatti nel 1983, svolge attività di ricostruzione pneumatici affiancata ad un classico esercizio di gommista. L'azienda esporta in Germania le coperture ricostruite di tipo invernale ed in Brasile le normali coperture. È presente in tutto il nord Italia con clienti. Sulla strada per Pavia hanno sede altre due aziende. La CAPAZOO S.r.l., cooperativa allevatori produttori agricoli zootecnici, diretta dal dott. Antonio Strada e I'AUSY S.r.l. diretta dal Sig. Giuseppe Cecchini. La prima, nata nel 1968, produce alimenti zootecnici, trasformando materie prime in mangimi e nuclei per bovini e suini, presentandoli poi sul mercato del nord-Italia. Di tutt'altro settore la seconda nata dieci anni dopo, la quale svolge attività di automazione industriale per grandi società quali: SNAM PROGETTI, AGIP PETROLI, PRAOIL, CAFFARO S.p.A., RAFFINERIA DI MILANO. È fornitore esclusivo di materiali e dispositivi di strumentazione per l'industria di processo per le americane KELE e TELETRON e del pacchetto software PANORAMA per la francese EUROP SUPERVISION. Sulla provinciale per Voghera, presso la Cascina Gravassola, ha sede la OL.BA, di Olivi-Balladore, animisteria nata nel 1980 e diretta dal sig. Franco Balladore. L'azienda , alle cui dipendenze vi sono 20 addetti di cui 4 donne, forma anime per fonderia. L'anima è un composto di sabbie amalgamate con resina che servono per dare forma alla fusione. L'azienda produce anime per tutti i tipi di fusione con qualsiasi tipo di metallo: ghisa, acciai speciali, bronzo ed alluminio, e rifornisce in prevalenza aziende motoristiche: dalla FIAT alla RENAULT, dalla VOLVO alla BMW. A queste vanno aggiunte le anime prodotte per i motori delle navi e delle barche e quelle prodotte per la creazione di lampioni, fontanelle, campane e molti altri oggetti utili all'urbanistica. La OL.BA. commercializza con molte fonderie, alcune delle quali operano in campo europeo: tra esse un cliente poi impegnato nella costruzione del tunnel della Manica. In via Buonarroti ha sede la CIMIS, società di costruzione impianti e montaggi industriali, diretta dal sig. Giacomo Fiorani. Nata nel 1970 ha oggi alle sue dipendenze 130 addetti, risultando così la più grande tra le aziende contattate. Operando nel settore metalmeccanico ha contratti con AGIP PETROLI, SARPOM, SNAM PROGETTI, FOSTER WHEELER, SARAS ed IDRECO. Opera a livello nazionale ed internazionale, attualmente presta la propria fornitura in Egitto, ma ha lavorato anche in Qatar, Svizzera, Emirati Arabi ed Arabia Saudita. La CIMIS fu tra le prime società in Italia a sviluppare una divisione ecologica specializzata nel pronto intervento di disinquinamento di corsi d'acqua e terreni. II servizio è oggi disponibile ad interventi per ogni tipo di inquinamento a qualsiasi livello, per ogni emergenza ambientale in corsi d'acqua, terreni e sottosuolo in caso di ribaltamenti di autocisterne, rotture di serbatoi o tubazioni, incidenti ad oleodotti, risanamenti di discariche abusive. Ha sviluppato competenze nei settori del trattamento dei rifiuti solidi e degli effluenti liquidi e gassosi. È costantemente in contatto con enti pubblici e società private, grazie all'efficienza tecnica rilevata nei diversi interventi dei quali è stata protagonista. In via Circonvallazione, in Cascina Plona, sono situati gli edifici della PI.E.S. La società, nata nel 1982, è diretta dal sig. Alberto Bartolini. Si occupa di strumentazione elettronica, progettazione ed installazione di impianti Eexd, taratura e validazione strumenti con laboratorio attrezzato. Opera soprattutto per raffinerie, zuccherifici ed aziende farmaceutiche, non solo italiane ma anche a livello internazionale. Ha infatti prodotto cabine analisi per il controllo dei gas vulcanici richieste dall'Indonesia. I paesi nei quali si è trovata impegnata spaziano dall'Europa, all'America, all'Asia. La società si avvale del lavoro di 5 dipendenti ai quali si aggiungono diversi liberi professionisti, contattati quando necessario. Unico punto dolente è la sua localizzazione: innanzitutto perchè situata in una zona priva di segnali stradali ed indicazioni ed in secondo luogo perchè la strada di accesso non è asfaltata. Per I'unica impresa di questo settore nel raggio di 80 chilometri si auspica un netto miglioramento della situazione. Grazie a queste aziende sono circa 400 le persone impiegate, alle quali vanno aggiunte quelle che lavorano presso altre piccole società che completano il panorama aziendale di Sannazzaro, che in questo ipotetico viaggio non sono state nominate. In un periodo di disoccupazione crescente speriamo che l'anima imprenditoriale dei sannazzaresi così fortemente attiva possa allargare le capacità d'occupazione del nostro paese.

Rosanna Maccagnola

(Da "Oltre la Raffineria", L'Eco di Sannazzaro n. 3, settembre 1998).

Sannazzaro, capitale delle viti.

…Dal 1920 ad oggi, ben tre generazioni di Sannazzaresi si sono guadagnati da vivere fabbricando viti e le viterie sono state la prima vera e grande attività industriale insediatasi nella nostra zona. Tutto è cominciato quando la Visa, una viteria vogherese, ha chiuso, causando una piccola migrazione di tecnici specializzati che, trovando a Sannazzaro dei soci entusiasti, hanno fondato la "Sannazzarese". Questa prima fabbrica ha trovato il proprio ambiente ideale al Lucione, dove, grazie ad un salto d'acqua, c'era energia elettrica in abbondanza per sostenere un'attività industriale. In seguito, verso il 1963, la Sannazzarese si è spostata in paese, in Via Erbognetta e, anni dopo, è sorta un'altra viteria, la Ivis, che aveva i propri locali in via Marconi, dove un tempo sorgeva la vecchia filanda. Prima della seconda guerra, le viterie producevano viti adatte soprattutto alla lavorazione del legno, per la costruzione di mobili, ma non solo. Forti infatti erano i legami con l'attività edilizia, in cui le viti erano indispensabili per gli infissi e per le travature. Allora, i sistemi di lavorazione del legno erano diversi e non si usavano colle, per cui le viti e la loro qualità erano di primaria importanza. II lavoro in viteria era soprattutto riservato alle donne che, in ogni fabbrica e in ogni periodo, hanno costituito più del 60% della forza lavoro, riservata per lo più al caricamento e alla pulizia delle macchine. Fino al 1934, la viteria lavorava su tre turni, ma, in seguito, in base alla legge sulla tutela delle donne e dei fanciulli, solo gli uomini potevano svolgere l'orario notturno. Gli anni bui della guerra causarono non pochi problemi anche alle viterie, ma, con la grande spinta della ricostruzione postbellica, la fabbricazione delle viti, legata all'edilizia, rifiorì e permise l'apertura, negli anni fra il cinquanta e il sessanta, di altri insediamenti industriali, come la Sival a Sannazzaro (1955), la Sovis a Mezzana Bigli, la Fif a Scaldasole e la Vidor a Dorno. In questo periodo, solo a Sannazzaro, erano più di cento gli operai complessivamente impiegati nelle viterie e il periodo d'oro continuò fino ai primissimi anni ottanta, quando una fabbrica come la Sival poteva contare su 180 operai. I materiali usati per le viti sono principalmente il ferro, l'acciaio inox, l'ottone e il rame e la lavorazione si divide, oggi come un tempo, in tre fasi: la pressatura, il taglio e la rullatura. Prima della pressatura, il metallo prescelto viene portato al diametro desiderato tramite un'apposita macchina che lo assottiglia e lo avvolge intorno a grandi aggeggi, simili a giganteschi fusi. Questa specie di pesante filo viene quindi portato alla pressatura, dove viene prodotto il primo semilavorato, cioè viene abbozzata la vite, con la testa più o meno larga e il corpo liscio e intero ancora da filettare. Nelle prime fasi vengono effettuati i classici intagli nella testa della vite, l'impronta croce o il taglio orizzontale. L'ultima fase è la rullatura, cíoè la formazione del filetto, la spirale che permette alla vite di penetrare nel legno. A prodotto finito, la vite subisce ancora dei trattamenti termici per essere indurita e dei trattamenti coloranti, come la zincatura e la nichelatura, per adattarsi al colore dei materiali con cui sarà utilizzata. La varietà di viti, per misura e grandezza, sono tantissime e dipendono dalle necessità del cliente. In generale, comunque, variano, come diametro, da 1,6 a 12 mm e, come lunghezza, da 4 a 140 mm. Se le fasi di lavorazione sono da anni le stesse, altrettanto non si può dire delle tecniche e delle macchine usate. A partire dagli anni ottanta, il mercato è cambiato e la richiesta si è rapidamente trasformata. Le viterie, per stare al passo, hanno spesso dovuto rottamare le vecchie attrezzature ed acquisirne delle nuove. Questa necessità è dovuta ai nuovi materiali utilizzati nell'industria dei mobili e dell'edilizia: legni truciolari, che richiedono tipi particolari di viti, che contengano sostanze lubrificanti per entrare meglio nei nuovi pannelli. La trasformazione non è stata indolore, ma oggi la situazione si è stabilizzata, anche se non si è del tutto calmata: i concorrenti, sul piano internazionale, sono molti e, spesso, tecnologicamente e qualitativamente ben preparati. Ai Paese asiatici, si sono aggiunti nuovi antagonisti, come l'est europeo, la Croazia e la Slovenia, che stanno recuperando rapidamente il tempo perduto.

Isabella Montini

(Riduz. e adatt. da "Sannazzaro, capitale delle viti", L'Eco di Sannazzaro n.1, marzo 1999).

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