Comune di Sannazzaro de’ Burgondi
Assessorato ai Servizi Sociali
GIORNATA DEL VOLONTARIATO
29 febbraio 2004
“Volontari perché? Volontari per chi?”
testimonianze su esperienze di volontariato
“Quando doni un pane, offri anche un fiore”
Madre Teresa di Calcutta
Dall'Opuscolo pubblicato per l'occasione:
Il saluto dell’Amministrazione Comunale
POOLSAR - BASKET '95 SANNAZZARO -CORO POLIFONICO
CIRCOLO CULTURALE RICREATIVO PER ANZIANI
e
LEGIONE di MARIA
COMPAGNIA TEATRALE "ARCOBALENO"
Elenco Associazioni partecipanti alla Giornata
La Giornata del Volontariato del 29 febbraio 2004 è nata
nell'Assemblea Plenaria della Consulta Sociale nella
primavera del 2003, da un'idea di Daniela Candian, del
Gruppo San Bernardino, che proponeva di rinnovare
l'incontro tra le varie realtà del volontariato
sannazzarese, dopo la bella esperienza del dicembre 2001.
L'idea ha camminato, superando non poche difficoltà,
grazie alla collaborazione di quanti vi hanno creduto,
investendo tempo e risorse: al primo posto
l'Amministrazione Comunale (in particolare l'Assessorato
ai Servizi Sociali) e le varie associazioni che man mano
vi hanno aderito, contribuendo in modo determinante alla
sua riuscita.
Un grazie sincero a tutti!
La giornata è nata ed è stata costruita senza nessun
intento autocelebrativo, in quanto i volontari amano
operare nel silenzio e nell'anonimato.
I suoi tratti distintivi sono stati la TESTIMONIANZA e la
CONDIVISIONE: condivisione di esperienze nella mattinata
in Biblioteca, condivisione della S. Messa con Mons.
Vescovo nella Chiesa Parrocchiale, condivisione del pranzo
nella sala mensa sella Scuola media.
E non va dimenticata la condivisione del lavoro necessario
alla realizzazione della giornata stessa.
Al medesimo spirito risponde la decisione di costruire
questo opuscolo, che raccoglie le testimonianze espresse
da volontari di diverse associazioni in Biblioteca.
E' un modo per conservare la bellezza e la ricchezza delle
riflessioni proposte e condividerle con chi non abbia
potuto ascoltarle o, pur avendole ascoltate, desideri
ripercorrerle.
Franca CERESA
Presidente della Consulta Sociale
Il saluto dell’Amministrazione
Comunale
La significatività dei dati emersi dal censimento delle
attività di volontariato, svoltosi nel corso dell’anno
2001, imponevano un ulteriore momento di riflessione sulla
vitalità delle risorse del nostro paese.
La volontà di una “giornata del volontario” per
confrontarsi, parlare, ritrovarsi a meditare su principi,
quali la solidarietà, emersa in seno alla Consulta Sociale
Comunale, esortavano sia ad una verifica di quanto fatto
in passato che l’apertura ai nuovi stimoli del presente.
Traspare ancora una società sana, vitale e generosa con
cui l’Ente Pubblico deve, con le dovute forme di
collaborazione, operare con interventi di promozione delle
risorse e di supporto ai bisogni per la costruzione di una
più efficiente rete di servizi a favore della comunità
Sannazzarese.
L’idea, poi, nel continuare il percorso intrapreso, di
raccogliere in questo opuscolo i messaggi e le
testimonianze della Giornata è molto positiva ed offre ai
cittadini la possibilità di conoscere e di “rinnovarsi”
nell’impegno quotidiano.
Un’operazione difficile e delicata, ma che, grazie
all’impegno della Prof. Franca Ceresa, è riuscita appieno.
Questa è ancora oggi la strada da percorrere per il
futuro!
L’Assessore ai Servizi Sociali Il Sindaco
Avv. Gaetano Abela Arch. Michele Debattista
POOLSAR
BASKET '95 SANNAZZARO
CORO POLIFONICO
Mi trovo oggi a rappresentare tre diverse associazioni:
basket ’95 Sannazzaro, il coro polifonico di Sannazzaro e
il POOLSAR, associazione che rappresenta sette società
sportive del nostro Comune.
Di quest’ultima, nata soltanto nel mese di Maggio del
2003, posso dire che rappresenta una novità in termini di
collaborazione tra associazioni, che sta prendendo l’avvio
tra qualche difficoltà ma in modo fattivo, proponendosi
come tramite verso le istituzioni e come creatrice di
sinergie tra le associazioni stesse. Non potendomi
dilungare passo a parlarvi della pallacanestro a
Sannazzaro che, sotto varie vesti e forme, trova i natali
circa quarant’anni or sono con l’Excelsior e prosegue fino
ad oggi, cambiando diverse volte nome, svolgendo attività
soprattutto in ambito giovanile. Inutile sottolineare
quanto questo tipo di attività abbia validi risvolti sia
in ambito educativo che sociale. Alcune persone sono
cambiate altre invece sono da allora sempre presenti ed
impegnate e certo a loro va il mio ringraziamento.
Passando a parlare del coro polifonico, devo subito
sottolineare che non siamo certo in presenza di
un’attività che offra un servizio agli altri in modo
diretto, ma di un gruppo di persone che, con tanto lavoro,
cercano oggi di mantenere ed incrementare un patrimonio
culturale faticosamente costruito in dieci anni. Il coro
polifonico nasce infatti nel 1993, seguendo le tracce di
quanto iniziato anni addietro da Don Antonio Lova, allora
curato presso la Parrocchia. Devo in questa sede
riconoscere la qualità del lavoro svolto dai coristi nel
cimentarsi con un genere ed un repertorio difficile e
talvolta anche scarsamente accettato, che richiede tanto
lavoro e poche occasioni di gratificazione.
Quanto tuttavia mi preme maggiormente esporre oggi sono
due diverse riflessioni. La prima riguarda, finalmente, il
riconoscimento da parte delle istituzioni, sia locali che
nazionali, del ruolo svolto da volontariato. Il
riconoscimento dell’insostituibilità del servizio offerto
e della sua qualità, la consapevolezza che i risultati
raggiunti costituiscono una “ricchezza” che avrebbe
comportato un grande ed oneroso impegno di risorse se
prodotta in un altro modo.
La seconda riflessione mi è sorta ripensando ad
un’iniziativa della Consulta Sociale che era stata
intitolata “Il tempo regalato”. In realtà penso che il
tempo impiegato da tutti noi nelle varie attività che
svolgiamo non sia “tempo regalato” ma “tempo investito”.
Se ci fermiamo a considerare quanto di quello che facciamo
implica in noi “crescite” di diverso tipo, ci possiamo
rendere conto del bagaglio che, col tempo, andiamo
costruendo in noi stessi.
Le nostre attività ci stimolano a migliorare la nostra
capacità di rapportarci con gli altri, la capacità di
assumerci responsabilità dirette e di prendere decisioni
autonome, la capacità di aggiornare costantemente le
nostre conoscenze, la capacità di imparare anche a
costruire la leadership attraverso l’incremento della
stima che gli altri hanno nei nostri confronti, la
capacità di trasferire l’egoismo individuale in egoismo di
gruppo sempre più ampio, fino ad acquistare la concezione
di benessere collettivo come traino della soddisfazione
personale.
Insomma ciò che facciamo può rappresentare una “palestra
di vita” in cui ci vengono offerte opportunità di
miglioramento impensabili in ambienti in cui la valenza
economica di ciò che facciamo limita fortemente la
possibilità di sperimentazione e di tempo impiegato
nell’apprendimento e nella sperimentazione.
Penso che questa interpretazione del volontariato possa
essere la chiave di volta per stimolare i giovani a
misurarsi con le esperienze che oggi noi facciamo, la
prospettiva cioè di un arricchimento personale e
collettivo altrimenti impraticabile.
Marco BIANDRATI
VOLONTARI PERCHE'?
- Volontari sì NASCE. Ho letto una interessante teoria
secondo la quale la disponibilità a fare qualcosa per gli
altri è ereditaria. Si eredita dalla madre. Non so fino a
che punto sia fondata questa teoria, ma si adatta
perfettamente alla mia situazione. L'idea di volontariato
è ancora un seme.
- Volontari sì CRESCE. Penso all'esperienza dell'oratorio,
dove era costante l'invito a fare qualcosa per gli altri,
fosse anche solo organizzare un gioco per i bambini più
piccoli. Il seme incomincia ad essere coltivato, educato.
- Volontari sì DIVENTA PER CASO. Ci sono situazioni in cui
non ti sogneresti di andare a metterti. Poi qualcuno ti
dice: " Perché non vieni a fare un giro al CSE?" " CSE?
Ah, sì ….E perché no!". E' la vita con i suoi imprevisti.
E' come la primavera che arriva all'improvviso e il seme
incomincia a germogliare.
- Volontari sì SCEGLIE. Sento che questa esperienza fa per
me, vorrei che non finisse qui. La pianta cresce e se son
rose…..
VOLONTARI PER CHI?
- Per gli ALTRI. Ogni volta che vado al CSE vedo i
ragazzi felici di un saluto, del mio interesse e della mia
attenzione per loro (come si vede non è che faccio quel
gran che).
E si raccolgono i frutti.
- Per SE STESSI. Quello che si riceve è immensamente
superiore a quello che si fa. E' un po’ egoistico, ma si
sa, nessuno è perfetto.
Laura BOCCALARI
Partecipo in rappresentanza delle ACLI che, quale
associazione presente a livello nazionale, operano anche a
Sannazzaro dai primi anni sessanta con operatori e
volontari sia a favore del segretariato sociale che a
favore dello sviluppo di cittadinanza attiva.
Essere volontario o meglio aderire ad un’associazione di
volontariato: ieri, oggi, domani.
Nel mio intervento, partendo da questa frase introduttiva,
intendo sviluppare semplici riflessioni e considerazioni,
anche richiamando alcune personali esperienze ed impegni
nel corso degli anni e precisamente :
- nell’Associazione Cattolica agli inizi degli anni 60
- poi nelle ACLI alla fine degli anni 60
- quindi un lungo periodo di lavoro nell’Amministrazione
Locale a vari livelli di responsabilità e sempre con una
particolare attenzione verso il sociale ed il volontariato
locale
- infine oggi nella SOMS e come Presidente del Circolo
ACLI Mons. Pietro Anglese.
Scusate per questi passaggi personali, ma mi servono per
dare un senso, una continuità e quindi una valenza al
contributo che mi auguro di poter portare a questo
importante appuntamento tra le associazioni di
volontariato operanti in Sannazzaro.
Negli anni 50, se si fa eccezione per SOMS, CROCE D’ORO ed
IRIS, ben poche erano altre realtà operanti ed in ogni
caso l’appellativo di volontario, così come lo viviamo ed
interpretiamo oggi, era diversamente sentito.
Il tessuto sociale ed i rapporti interni alla comunità
erano il risultato semplice, statico e ben consolidato che
ci veniva dalla nostra civiltà contadina e quindi dal
vissuto e dalla cultura delle nostre terre, della nostra
Lomellina.
La società, sicuramente meno ricca di oggi, non presentava
le complessità, le esigenze, i bisogni ed i dinamismi nei
quali oggi siamo immersi ed un po’ sommersi.Welfare, un
termine inglese che va di moda e che si può tradurre con
situazione di benessere , volendo in estrema sintesi
inglobare in una parola tutte le aspettative i giusti
desideri che se realizzati possono, in generale,
migliorare per tutti la Qualità della vita.
Sono sicuro che ognuna delle nostre associazioni, con le
rispettive peculiarità e con le volontà che ci muovono, è
come un piccolo ingranaggio di una macchina che se ben
guidata va nella direzione poc’anzi accennata, opponendosi
così, quasi inconsciamente agli aspetti negativi della
globalizzazione. Di più. Voglio introdurre un concetto a
me tanto caro, quello della sussidiarietà, in sintesi: i
cittadini sempre più coinvolti nella raccolta delle
esigenze che si manifestano internamente alla comunità,
con le conseguenti fasi progettuali per fornire risposte
che portano ad iniziative ed a momenti di erogazione di
servizi alla persona.
Ne deriva una possibile ed ulteriore evoluzione di molte
associazioni, nel loro rapporto con l’Ente locale e con la
comunità in genere.
Un Ente locale che negli ultimi anni sta ricevendo sempre
più deleghe dirette verso le politiche sociali, verso
l’istruzione, verso il mantenimento del territorio, solo
per citare le più importanti; in concreto verso le
primarie esigenze dei cittadini.
I nostri entusiasmi, la nostra volontà di dare e
soprattutto le nostre capacità, personali e di gruppo,
possono in questa ottica di nuove collaborazioni risultare
ancora più utili per l’intera cittadinanza.
Possiamo cosi ulteriormente prendere coscienza di quanto
importante sia la nostra presenza; forse un nuovo modo di
porci e di impegnarci ci viene richiesto e non per
sopperire o chiudere buchi, ma per portare valore
aggiunto, per interagire, anche quotidianamente, a favore
della comunità.
Sicuro di non andare fuori tema, concludendo dico che vedo
in tutto questo possibile sviluppo, anche un altro
importante e vitale risvolto al quale voglio fare cenno:
democrazia e giustizia sociale non sono beni inesauribili,
vanno continuamente e faticosamente mantenuti, cosi come
faticosamente sono stati conquistati. Sono convinto che,
nel nostro piccolo, le nostre associazioni contribuiscono
nel tenere in vita questi valori fondamentali del “vivere
civile”, che auspichiamo possano diventare patrimonio di
tutti i popoli della terra.
Da ultimo approfitto di questa occasione per comunicare
che, in occasione della ricorrenza del ventennale della
morte di mons. Pietro Anglese, Parroco di Sannazzaro dal
1951 al 1984, il Circolo ACLI e la Parrocchia, con il
patrocinio del Comune, intendono ricordare l’evento con
una serie di iniziative che verranno ufficializzate e che
sono previste a partire dal prossimo Settembre.
Pierangelo FAZZINI
1994/2004: decennale
Nel 1994 la Caritas di Sannazzaro apriva il proprio
sportello d'ascolto, e da allora ha potuto rispondere a
più di 6.000 richieste, distribuendo viveri,
abbigliamento, lenzuola, materassi, letti, mobili,
casalinghi e, in casi eccezionali, somme di denaro.
In seguito a valutazioni periodiche, ci si è accorti che,
negli ultimi tre - quattro anni, la tipologia delle
persone che si rivolgono a noi è cambiata.
Questo risultato ci ha portati a fare determinate scelte:
a privilegiare persone o nuclei familiari residenti o
domiciliati in Sannazzaro;
ad aiutare l'inserimento di famiglie che si ricongiungono
per motivi di lavoro o di espatrio.
Numerosi sono stati gli interventi a lungo termine rivolti
a famiglie in gravi difficoltà, soprattutto in presenza di
minori o nell'imminenza dell'arrivo di qualche “cicogna”.
I tempi "nuovi" ci pongono di fronte ad una ulteriore
difficoltà: scoprire i veri bisogni, spesso nascosti per
un comprensibile senso d'amor proprio.
Quando qualche persona di "buona volontà" ci fa
segnalazioni di questo tipo, la Caritas interviene
mantenendosi nell'ombra, tramite una terza persona, ma
sempre tenta di alleviare le indigenze di cui viene a
conoscenza.
In questo senso molto utile sarebbe la collaborazione
degli Enti istituzionali.
La Caritas di Sannazzaro si gestisce da sola, chiedendo,
una sola volta all'anno, l'aiuto ai concittadini con una
raccolta di generi alimentari. Riceve inoltre
abbigliamento, che viene selezionato e riposto nel proprio
magazzino; i capi scartati perché inadatti vengono
raccolti dalla Oikos nella media di 150 sacchi all'anno e
diversamente lavorati. Anche questi sacchi vanno a
costituire un introito per la Caritas diocesana.
Sappiamo di essere stati utili, sappiamo che i nostri
interventi sono stati necessari e graditi, sia che si
trattasse di aiuti materiali, sia psicologici e morali.
Nella nostra umiltà continuiamo a credere in quello che
facciamo e continuiamo a farlo.
Gabriella CAMPANINI
La SOMS di Sannazzaro si inserisce nel mondo del volontariato, in quanto i loro soci, a titolo volontario prestano il loro tempo al funzionamento della nostra attività, che purtroppo oggi è diventata quasi esclusivamente commerciale. Le SOMS nascono verso la fine dell'ottocento con la missione di fare solidarietà sociale nel campo sanitario e previdenziale tra i lavoratori e far crescere il livello culturale delle loro famiglie. L'intenzione dei nostri padri, era quella di creare un fondo comune, dove tutti i lavoratori versavano una piccola quota, e questa somma serviva per i soci e le loro famiglie nei momenti difficile; malattia, infortuni, morte del famigliare. Non avendo nessuna tutela da parte dello stato, questa somma serviva per superare questi periodi di difficoltà. Con il passare degli anni, le tante lotte sociali dei lavoratori, hanno portato lo stato a creare dei fondi obbligatori, proprio per tutelare gli stessi nei momenti di difficoltà. Una volta avuto questa tutela, la missione delle SOMS è venuta a cadere, pertanto i soci non si iscrivevano più e quindi la maggior parte delle SOMS hanno chiuso la loro attività. Altre sono rimaste in tono minore, effettuando due o tre avvenimenti annuali ma solo di tipo commerciale. Anche la nostra SOMS una delle più antiche della Lombardia, nata nel 1852, subì questo impatto, i soci passarono da circa 1000 a quelli attuali di 132. L'attività sociale rimane molto marginale, solo quella commerciale siamo riusciti a proseguire, anche grazie ai nostri padri che hanno investito costruendo il "Teatro Sociale". Dopo il periodo del cinema, oggi siamo nel mondo televisivo, pertanto oltre al teatro, ai convegni, al ballo, ci siamo adeguati ai tempi, trasmettendo le partite di calcio nel teatro, proiettate sullo schermo gigante cinematografico. Nel 2002 anno di festeggiamenti del 150° di fondazione, ci siamo presi l'impegno di ritornare al sociale sanitario, visto che attualmente lo stato sociale che ormai copre lo stato, si è abbassato ai minimi storici, per i lavoratori, quindi si dovrà ritornare a quelle forme di solidarietà, altrimenti si rimane in balia del mercato libero della sanità, dove chi ha i soldi può tutelare la sua famiglia, stipulando una costosa assicurazione, mentre per i lavoratori tale costo diventa insostenibile, quindi non essendo tutelato rimane in balia di se stesso. Pertanto quest'anno, nel 2004 ritorniamo alla nostra funzione storica, offrendo non solo ai nostri soci ed alle loro famiglie, ma a tutte le famiglie di Sannazzaro una serie di servizi ed assistenze sanitarie sempre con un fondo di solidarietà. Un doveroso ringraziamento infine ai nostri amministratori della SOMS ed agli amministratori comunali che con la convenzione stipulata, a permesso a questa nostra SOMS di proseguire negli anni, la nostra attività culturale e da quest'anno la primaria attività sociale per il bene comune dei nostri concittadini di Sannazzaro.
Giannino NICOLA
Eccomi qua, alla stazione ferroviaria, è una domenica
pomeriggio. Sì, ma che cosa ci faccio io alla stazione?
Sto, forse, partendo per il mare, la montagna, il lago?
Macché, niente di tutto questo: la mia destinazione ha un
nome particolare, è un posto particolare, è una fede, è
una speranza, per qualcuno, forse, un mito, una
superstizione… la destinazione è LOURDES. Mi guardo
attorno….Non conosco nessuno; nessuno tra i pellegrini,
tra gli ammalati, nessuno tra coloro che vengono chiamati
"dame" e "barellieri". Mi domando se l'idea di propormi
come volontario per accompagnare gli ammalati a Lourdes
sia stata saggia. Mi fermo a pensare: perché sono qui?
Nessuno mi ha invitato, nessuno mi ha spinto, un po’ di
volontariato lo sto già facendo, eppure ho sentito
l'esigenza di dedicare una settimana delle 52 annuali agli
altri, mettendomi al servizio senza chiedere nulla in
cambio.
Bene, esco dalle mie riflessioni e cerco qualcuno dei
responsabili, chiedo cosa posso fare….. Il treno parte, i
miei pensieri restano alla stazione e per sei giorni è un
susseguirsi frenetico di cuccette da sistemare, di malati
da coricare, di turni, di funzioni con i pellegrini, di
carrozzelle da spingere, di carrozzelle da tirare, di
corse da in hotel per mangiare e lavarsi, per dormire (…no
per questo non c'è tempo, si ricupererà una volta tornati
a casa), di scappatelle alla Grotta, di soste alla Grotta,
di momenti di raccoglimento comuni e individuali, di
malati da cambiare, di ragazzi da intrattenere, di Rosari
serali, di notti alla Grotta, di malati da coricare, di
cuccette da sistemare…….e il treno del ritorno è arrivato
alla stazione. Scendono tutti. Scendono anche le lacrime,
mentre i pensieri risalgono. Ero partito una settimana
prima con la volontà di mettermi al servizio: era umiltà o
presunzione?
Non lo so, ma cerco di tirare le somme: ho le bolle sotto
i piedi, le caviglie gonfie, le camicie che non ho sudato
le ho bagnate con la pioggia, le ore dormite in una
settimana sono equivalenti a due notti normali,
eppure….eppure non sono stanco, la sensazione è di non
aver servito nessuno, di non aver dato nulla, ma di aver
solo ricevuto.
Ho ricevuto amicizia, cordialità, disponibilità, aiuto,
insegnamenti dagli altri volontari. Ho ricevuto amicizia,
gratitudine, insegnamenti di vita vera, di Fede vissuta in
modo autentico dai pellegrini e dagli ammalati. Che grande
insegnamento la loro dignità nel convivere con le proprie
malattie e la loro capacità di offrire le proprie
sofferenze a Maria, chiedendo aiuto non solo per sé, ma
per i familiari o altri ammalati più gravi. Ho capito
l'importanza e la grandezza dei piccoli gesti fatti con il
cuore. Ho visto che la strada della Fede passa là, davanti
alla Grotta….
Ecco….pensavo di dedicare una settimana agli altri, ho
ricevuto l'equivalente di 52 settimane.
(testimonianza di un barelliere alla prima esperienza)
Marco TAGLIACARNE
VOLONTARIO PERCHE', VOLONTARIO PER CHI
Sono Giorgio Papa Presidente in carica della Protezione
Civile " Gruppo Lomellino di Primo Intervento". Vorrei
esprimervi alcune considerazioni che hanno motivato i miei
comportamenti di Volontario.
Volontario perché?
E' mia convinzione che il bagaglio culturale e tecnico, e
l'esperienza che ognuno di Noi, nella vita lavorativa
porta avanti, accresce, migliora, NON E' DI SUA
PROPRIETA'. Ognuno di noi è il custode, l'utilizzatore,
l'addetto ad accrescerlo, perché con quello si guadagna lo
stipendio, MA NON E' IL PROPRIETARIO!
Riflettendo bene mi sono accorto che molti cittadini hanno
contribuito, quando venivo mandato:
"AD ACCRESCERE IL MIO BAGAGLIO CULTURALE E TECNICO"
Cioè: a fare dei corsi di aggiornamento, nuove metodologie
ecc. ecc.
Quando ho chiuso il rapporto con il lavoro avrei dovuto
mettere tutto il mio bagaglio di conoscenze in una valigia
e buttare tutto dalla finestra….Come sento spesso dire.
Non voglio più sentire parlare del mio lavoro….Voglio
godermi la pensione….
NO NON E' POSSIBILE!!!!
La cosa giusta è quella di mettere queste esperienze a
disposizione della Società Civile, a disposizione di chi
ne ha bisogno. Occorre rimanere inseriti e collegati con
la società per il benessere mentale e fisico
dell'individuo, per la soddisfazione e gratificazione del
suo scopo di vita.
ECCO PERCHE' IL MIO BAGAGLIO VERSO LA SICUREZZA E
PREVENZIONE E' STATO DATO ALLA PROTEZIONE CIVILE.
Vorrei concludere, dicendo che simile considerazione è
valida per TUTTI: l'elettricista, il meccanico, il
muratore, il sarto, il cuoco, il geometra, l'ingegnere
ecc. ecc..
Nel momento della necessità tutti possono rivestire un
ruolo importantissimo, purché siano coordinati e gestiti
nel modo adeguato!!!
NON CI SI PUO' INVENTARE SOCCORRITORI SOLO AL MOMENTO
DELLA NECESSITA'!!
Ecco perché le ORGANIZZAZIONI!!
La considerazione di dare la propria
disponibilità/esperienza, al volontariato, può essere
fatta anche prima di andare in pensione, si potrà dare
meno tempo, ma l'educazione verso le necessità del SOCIALE
DEVE GIA' INIZIARE.
Volontario per Chi?
Per chi ha bisogno di soccorso… e bisogna portarlo
ORGANIZZATO.
Giorgio PAPA
Ho sempre sentito l'"esigenza" (vocazione) di fare un
viaggio nelle Missioni della nostra Diocesi, ancora prima
della partenza di Sr. Giovanna per il Brasile.
Molte volte avevo espresso a Don Gabriele Rossi,
Missionario in Burundi -Africa- da quasi 30 anni, il
desiderio di visitare la Missione di Ndava con la
possibilità di vivere sulla mia pelle la quotidianità
della vita missionaria. Da parte di Don Gabriele la
risposta è sempre stata abbastanza negativa a causa delle
guerre intestine e di difficoltà oggettive di
organizzazione della presenza di civili non autorizzati.
Nel gennaio del 2003, al rientro di Sr. Giovanna in
Brasile, dopo due mesi di "vacanza" in Italia, le sue
parole di saluto verso di me sono state: " ti aspetto
veramente quest'estate a Hortolandia, me lo hai sempre
promesso….".
Il desiderio di andare era così forte che avevo concordato
con un'amica di partire nel mese di agosto per una
quindicina di giorni: successivamente per problemi di
famiglia l'amica aveva dovuto rinunciare. Era talmente
radicata in me la decisione di andare in Brasile che sarei
partita anche da sola. Ho allora contatto Casa Madre delle
suore dell'Immacolata di Mortara, venendo a conoscenza che
era già organizzato un viaggio in Brasile dal 2 al 25
agosto con la visita alle tre missioni di S. Paolo,
Goiania e Hortolandia. Prima ancora di conoscere se potevo
partecipare (ferie, costo del viaggio e passaggio aereo
permettendo….), io sapevo che era un Sì: il mio cuore
aveva già risposto. Sapevo che tutti i tasselli del
mosaico del mio viaggio missionario sarebbero stati al
loro posto e si sarebbero incastrati perfettamente. E così
è stato.
Nonostante gli incontri di preparazione fatti a Casa Madre
e i racconti di Sr. Giovanna, la realtà che ho visto è
stata veramente scioccante e sconcertante. Bambini che
vivono in tuguri di un metro per tre senza finestre in
quartieri (favelas) con le fogne a cielo aperto, dove loro
camminano scalzi o al massimo con i sandaletti di gomma
recuperati nella spazzatura. Ragazze, o meglio bambine,
che diventano madri a 12,13 anni e poi a 20 sono già donne
sfiorite e stanche. Le donne invecchiate precocemente si
lasciano vivere senza sogni e senza neanche tentare di
fare qualche cosa per cambiare la situazione. I ragazzi
più grandi sono spesso vittime della droga e della
prostituzione. La prima impressione che provi è quella
dell'impotenza. Nelle tre Missioni che ho visitato: S.
Paolo (16 milioni di abitanti), Goiania - Bairro
Tiradentes - (25 Km. Dal centro della città) e Hortolandia
(150 Km. Da S. Paolo), le Suore cercano, e spesso ci
riescono, di dare dignità alle persone, danno loro cibo,
materiale scolastico, medicinali, aiuto morale e in alcuni
casi comprano loro alloggi più decorosi (baracche in
muratura) grazie anche ai nostri contributi di offerte o
adozioni a distanza. Le Suore sono una presenza e un
riferimento per tutta la comunità, indipendentemente dal
colore della pelle e dalla religione che professano:
organizzano corsi di alfabetizzazione per adolescenti e
adulti, corsi per gestanti e puerpere; insegnano le regole
di igiene più elementari; visitano gli ammalati e le
famiglie in situazioni di maggiori difficoltà nelle
favelas e nei bairros; lavorano nelle comunità con
un'attenzione particolare alla pastorale giovanile e alla
formazione di laici che siano in grado di assumersi la
responsabilità con la professionalità. Nello specifico di
Sr. Giovanna, la CASA BETANIA DA PAZ, così si chiama il
centro di accoglienza di Hortolandia, ospita durante il
giorno circa 120 bambine tra gli 8 e i 14 anni, cresciute
troppo in fretta tra le miserie e il degrado morale.
L'obiettivo principale è quello di togliere dai pericoli
della strada (droga e prostituzione) le ragazze
abbandonate a se stesse nei quartieri più poveri con alle
spalle storie pesante di indigenza cupa. Tutti i giorni
(dal lunedì al venerdì) Sr. Nazaria, una consorella di Sr.
Giovanna, va a prendere le bambine davanti a casa o a
scuola per portarle a casa Betania (fa più giri con un
pulmino da 15 posti) dove le suore danno loro da mangiare
(colazione più pranzo oppure pranzo più merenda): spesso
questo è l'UNICO pasto della giornata che consumano. Nel
centro svolgono attività ricreative come uncinetto,
ricamo, pittura su tela o stoffa, rinforzo scolastico,
ginnastica, dattilografia, principi di informatica; con
l'aiuto poi di alcune donne volontarie del posto, le
bambine imparano anche un mestiere come parrucchiera,
sarta, estetista, (nel senso di manicure e pedicure);
l'attività svolta da un'équipe di psicologi aiuta le
bambine con una profonda azione di promozione umana per
fare in modo che le stesse prendano coscienza della loro
vita. Le immagini e i ricordi che si susseguono nella mia
mente e sempre vivi nel mio cuore sono tanti: i sorrisi,
gli abbracci e i baci delle bambine hanno il sopravvento,
ma anche l'abnegazione e la forza delle nostre Suore che
vivono nelle missioni non sono da meno. Che il Signore le
benedica e le conservi per tutto quello che fanno e mandi
molti oprai, perché la messe è tanta e le braccia sono
poche. Sicuramente il viaggio in terra di missione,
l'incontro con il diverso da te, aiuta a leggersi dentro.
In questo senso non è tanto il viaggio la vera meta, bensì
il cammino di ricerca che lo accompagna. Occasione di
maturazione umana e spirituale personale, ma anche di
strumento di cooperazione missionaria: VIENI e VEDI, è il
modo migliore per presentare la Missione alla gente. In
ogni caso l'avventura in Brasile è stata sicuramente un
modo per ripensare alle mie scelte e una rimotivazione del
mio impegno nel volontariato a favore delle missioni. I
contributi per le adozioni a distanza (e così pure le
altre offerte) non servono solo per l'acquisto di cibo,
medicinale, corredo scolastico, vestiario, materiale per
riparazioni e occorrente necessario per la costruzione di
una casa (quando si vive in malsane baracche), ma anche e
forse soprattutto per far sì che queste bambine abbiano
una importante crescita umana e possano riacquistare
dignità nella propria persona e in futuro con un posto di
lavoro, dare dignità anche alla propria famiglia.
Ecco il mio impegno nel volontariato: aumentare le
adozioni a distanza e raccogliere fondi a sostegno dei
progetti delle nostre missioni per fare in modo che i
bambini possano continuare a vivere nelle loro famiglie,
studiare e crescere umanamente con un futuro migliore.
Totale adozioni a distanza a Sannazzaro: n° 23 di cui n° 8
solo nel 2003/04.
Gabriella SACCHI
Volontario perché, volontario per chi?
La definizione riportata dalla legge italiana sul
volontariato del 1991 recita: “Attività di volontariato è
quella prestata ad altri in modo personale, spontaneo,
gratuito, senza fini di lucro anche indiretto, ed
esclusivamente per fini di solidarietà sociale”. (art. 2)
Abbiamo espressioni di volontariato individuale quando le
persone si gestiscono in proprio e si dedicano ad attività
d’assistenza, ad iniziative civili o religiose.
Abbiamo il volontariato organizzato che è questo qui
rappresentato che spazia dalla sanità, all’assistenza
sociale, dall’ambiente, alla protezione civile, alle
attività ricreative e culturali, con presenze di carattere
confessionale e aconfessionale.
Questo tipo di volontariato svolge la propria attività sia
a favore dei propri associati quanto a favore di terzi,
esclusivamente per perseguire le finalità statutarie.
Si diventa volontari per altruismo, per generosità, per
testimonianza, per sviluppo del bene comune, per farsi
carico dei problemi e dei bisogni altrui e, qualche volta,
per esibizionismo o narcisismo (ma si dura poco).
Ecco che gli elementi distintivi del volontario passano da
alcuni valori essenziali come:
La gratuità, segno che distingue ogni volontario,
il dono di sé, come qualifica morale della propria azione,
affinché la persona realizzi se stessa al di fuori della
logica di mercato e di profitto economico;
lo spirito di servizio che permette di vedere il bisogno
degli altri ed andar loro incontro, senza la parvenza di
qualche superiorità;
la corresponsabilità, nel senso che il volontario deve
farsi carico degli altri, perché appartiene agli altri e
gli altri appartengono a lui, in una visione di autentica
solidarietà;
Chiunque si sia spinto dentro un’associazione di
volontariato credo abbia in sé grandi aspettative di
realizzazione umana, un forte bisogno di trasmettere e
ricevere amore disinteressato, un desiderio radicato di
fondare un rapporto con gli altri che permetta di
migliorare il vivere civile. Ogni volontario deve avere
ben chiaro dinanzi a sé il proprio e l’altrui bisogno,
deve comprendere il proprio ruolo di strumento, di mezzo,
di tramite per far nascere domande, dubbi, per darsi
risposte, per generare la solidità di uno, dieci, cento,
mille rapporti di eccellente umanità.
Nessuno di noi è un supereroe, nessuno di noi è un Rambo
dell’umanità, nessuno di noi è in un’isola felice
nell’oceano del mondo rabbioso e crudele.
Noi siamo uomini, tali e quali a quelli che incontriamo
ogni giorno per strada, tali e quali a quelli che si
rivolgono a noi per chiederci aiuto.
E’ difficile ammettere i propri bisogni, è difficile dire:
“Ho bisogno”, è difficile svestirsi dell’orgoglio per far
posto all’umiltà e dalla tolleranza.
C’è tanto bisogno d’aiuto, un aiuto non gridato; un aiuto
sociale che si infili nell’animo di ognuno di noi, che
parta dagli angoli bui di questo nostro vivere sfavillante
e rumoroso: un aiuto da uomo a uomo, da condizione a
condizione, da bisogno a bisogno.
Un aiuto che non richiede divise arancioni, ma la
consapevolezza di voler costruire un rapporto importante,
che scavalchi gli stereotipi sociali demolendo le barriere
che allontanano gli individui (piccoli mondi a sé stanti),
per incollare ogni singola pedina nel collage meraviglioso
della condivisione esistenziale.
Fare il volontario in Croce d’Oro significa non solo
prestare soccorso, ma anche partecipazione, impegno e
capacità di lavoro in gruppo.
Si tratta di un’occasione di crescita personale, crescita
imposta dal confronto quotidiano con la sofferenza ed il
disagio sociale, crescita personale allo scopo di dare un
significato più autentico alla nostra esistenza:
migliorare se stessi per rendere migliore la nostra
società.
Giuseppe MARCHINI
Presidente P.A. Croce d’Oro
L'Oratorio S. Giovanni Bosco si fa carico di realizzare
le iniziative di Pastorale Giovanile della Parrocchia di
Sannazzaro.
Da qualche anno, per volontà di don Piergiorgio, le sue
attività sono coordinate da un'apposita commissione, che
qui rappresento, istituita nell'ambito del Consiglio
Parrocchiale e composta, oltre che dai nostri Sacerdoti,
dalle Suore Pianzoline che svolgono il loro ministero
nella comunità di Sannazzaro e da alcuni laici.
L'impegno dell'Oratorio è rivolto principalmente nei
confronti dei ragazzi in età scolare e dei giovani.
In forza della sua natura ecclesiale, persegue come fine
principale quello di trasmettere alle nuove generazioni il
prezioso patrimonio dei valori cristiani.
Per raggiungere tale scopo esso opera su due livelli:
- da un lato, infatti, l'Oratorio svolge un'essenziale
funzione come centro di aggregazione giovanile,
offrendosi, attraverso le sue strutture, come luogo di
incontro e promuovendo, nel contempo, diverse occasioni di
svago e sano divertimento. A questo proposito possiamo
ricordare le numerose feste, come ad es. la castagnata, la
festa in onore di S. Giovanni Bosco, la festa di
Primavera, che si ripetono di anno in anno e sono
organizzate grazie all'impegno e alla collaborazione del
Gruppo degli Animatori; il campo estivo GREST, oppure,
ancora, le varie escursioni in località di villeggiatura.
D'altro lato l'Oratorio propone ai ragazzi momenti di
riflessione che si realizzano concretamente nel corso di
incontri di discussione guidata durante i quali, con
l'aiuto delle Suore e degli Educatori oppure con
l'intervento di persone qualificate sono sviluppati, di
volta in volta, temi particolarmente sentiti nell'età
adolescenziale.
L'Oratorio S. Giovanni Bosco offre infine la propria
disponibilità a collaborare con le Associazioni di
volontariato presenti nella realtà locale e partecipa
attivamente alle iniziative promosse a livello vicariale e
dai competenti Uffici pastorali della Diocesi di Vigevano.
Ernestino SPIALTINI
CIRCOLO CULTURALE RICREATIVO PER
ANZIANI
e
LEGIONE di MARIA
Volontario - una parola lunga e piena di significati.
E' predisporre il nostro animo, i nostri sentimenti, a
dare volontariamente e generosamente a chi necessita del
nostro aiuto, ciò che di buono, di grande è in noi.
A tutti il Signore imprime i Suoi doni, sta a noi usarli
nel modo che ci è più caro per bene dei fratelli. Non
aspettiamoci ricompense! C'è chi prende nota di tutto.
Quando sì fra visita ad una persona sola, ad un anziano,
ad un ammalato e questi esprime con gli occhi ed il
sorriso la gioia che gli abbiamo recato, con quella
visita: questa è per noi una ricompensa meravigliosa.
Penso che si nasca con la volontà di fare e di dare, di
essere utile a chi è meno fortunato di noi.
Presa da altri impegni nella società, il mio cruccio più
grande è quello di non riuscire ad arrivare a tutte le
persone che avrebbero bisogno di un po’ di compagnia, per
scambiare qualche parola o alcuni pensieri. Diversi
pensionati e il gruppo delle Legio Mariae, di cui faccio
parte, si prodigano nelle visite agli ammalati ricoverati
in ospedale o quelli assistiti nelle famiglie.Diamoci
dunque da fare tutti, è bello sentirsi utili per chi
guarda ai volontari come a uno spiraglio di luce e di
calore, sapendo che quanto si riceve è molto maggiore di
quanto si è donato.
Clarice DESTRO
COMPAGNIA TEATRALE "ARCOBALENO"
Due parole che riguardano la Compagnia Teatrale
Arcobaleno di Sannazzaro de' Burgondi:
E' nata una decina di anni fa e tutte le persone che vi
fanno parte hanno sempre dato il loro tempo libero
cercando di dare il meglio di se stessi, per divertirsi e
soprattutto per far divertire gli altri.
Tengo a precisare, che il ricavato dei nostri spettacoli è
sempre stato e lo sarà sempre, donato agli enti più
bisognosi di Sannazzaro.
Vorrei anche dire una cosa che probabilmente non tutti
sanno:
E' con infinito orgoglio e grandissima soddisfazione, che
martedì 24 Febbraio, al Teatro Fraschini di Pavia, la
nostra Compagnia Teatrale, in concorrenza con altre 15
Compagnie Teatrali della nostra provincia, è stata
riconosciuta con ben tre premi:
1- Primo premio come migliore regista, assegnato alla
nostra bravissima Laura Boccalari;
2- Primo premio e senza togliere niente a nessuno, come
migliore attore a Pietro Rivabella;
3- Primo premio come migliore commedia teatrale.
Sicuramente per noi è un grandissimo successo che ci darà
maggior forza per continuare.
Inoltre è un estremo piacere, costatare che i giovani,
scoprano nel teatro il divertimento e la voglia di fare
del volontariato.
Un grazie a tutti e soprattutto a quelli che credono in noi.
Pietro GATTI
Regalare il proprio tempo libero agli altri è donare
quanto di più prezioso esista in una società come quella
attuale dove sembra non si abbia più tempo sufficiente per
fare niente.
Cosa significa fare volontariato per l'Associazione
Genitori Insieme?
Per chi e per che cosa siamo volontari?
L'esperienza dell'Associazione inizia 10 anni fa con
proposte di formazione e di aggregazione quali la scuola
per i genitori, i laboratori natalizi con lavoretti da
fare INSIEME genitori e figli e la biciclettata estiva.
Il significato di questa associazione è di crescere
insieme ai nostri figli, di creare occasioni per stare
insieme, di creare momenti di relazione al di là della
scuola o del gruppo sportivo, momenti che un po’ mancano
anche in una realtà come Sannazzaro dove molte iniziative
vengono lanciate ma dove non esiste un vero luogo di
aggregazione giovanile che possa permettere ai bambini ed
ai ragazzi poi di trovarsi per stare e crescere insieme.
L'Associazione Genitori Insieme vuole anche cercare di
dare un supporto al mestiere difficile di essere genitore.
Un mestiere che non viene insegnato ma che si apprende
giorno per giorno nel confronto quotidiano con i nostri
figli che crescono, che cambiano, che hanno esigenze
diverse e che ci chiedono di essere capiti, spronati,
aiutati a diventare adulti e responsabili.
E' per questo che fin dalla sua nascita l'associazione ha
promosso iniziative quali la scuola per i genitori che
hanno cercato di dare un sostegno concreto a capire
meglio, con il supporto di esperti, i nostri problemi di
genitori ed i problemi dei nostri figli.
Essere membro dell'Associazione Genitori Insieme vuol
quindi dire mettere a disposizione della comunità un po’
di tempo per creare momenti di formazione e di
aggregazione ed il nostro impegno per il futuro è quello
di poter aumentare queste occasioni collaborando con altre
Associazioni del volontariato locale.
Grazia CARBONE
"Cittadini per passione": così sono stati definiti i
volontari in un convegno sul volontariato, tenuto
recentemente a Milano. Quindi cittadini che vivono la
cittadinanza con un SURPLUS di valore rispetto al semplice
adempimento dei propri doveri.
E questo valore aggiunto è la passione per gli altri, che
spinge a farsene carico, a dedicare loro tempo, energie,
capacità in modo assolutamente gratuito.
E questa mattina, qui abbiamo ascoltato la testimonianza
di molti "cittadini per passione" di Sannazzaro, che
insieme a tanti altri, ogni giorno, nel silenzio, senza
clamore concretizzano i valori del volontariato: gratuità,
solidarietà, condivisione, responsabilità, partecipazione,
impegno e così facendo aiutiamo a costruire la CIVITAS.
Ho letto recentemente una riflessione su questa parola
latina che varrei condividere con voi. La parola CIVITAS
in latino indica la città, intesa NON come luogo, ma come
COMUNITA' di CIVES, i cittadini. Questo ci dice che nelle
radici della nostra lingua NON è la città a fare il
cittadino, ma sono i CITTADINI a fare la CITTA', cioè a
costruire la comunità.
E una comunità nasce, quando le persone che la compongono,
non si limitano agli AFFARI PROPRII, ma si guardano
intorno, cercano di indovinare i bisogni degli altri e di
dar vita a qualche risposta.
Ecco, a me sembra che Sannazzaro abbia buone speranze di
diventare sempre più COMUNITA' CIVITAS, perché ci sono
parecchie persone che si guardano intorno e cercano
risposte ai bisogni che vedono: bisogno di cultura, di
svago, di aggregazione, bisogno di sostegno nella
malattia, nell'handicap o nella difficoltà economica,
bisogno nella tutela del territorio o della sicurezza.
Cerchiamo di non scoraggiarci di fronte alle difficoltà,
alle critiche, alla stanchezza, ma manteniamo viva la
speranza nei momenti difficili.
Ricordandoci le parole di un saggio:
"Semina e abbi fiducia:
Ogni chicco arricchirà un piccolo angolo di terra"
Franca CERESA
Presidente della Consulta Sociale
Realizzata con:
1- A.I.D.O. – Sezione comunale
2- AGIP PETROLI CLUB
3- AMICI DEL C.S.E.
4- Ass. DI VOLONTARIATO CARITAS PARROCCHIALE
5- Ass. naz. MUTILATI ED INVALIDI DEL LAVORO
6- ASSOCIAZIONE BASKET 95 SANNAZZARO
7- ASSOCIAZIONE GENITORI INSIEME
8- ATLETICA PADUS SANNAZZARO
9- C.D.P. AMATORI CALCIO SANNAZZARO
10- CIRCOLO A.C.L.I.
11- CIRCOLO CULTURALE RICREATIVO PER ANZIANI
12- CIRCOLO L’AIRONE– LEGAMBIENTE
13- COMITATO ADOZIONI A DISTANZA
14- COMPAGNIA TEATRALE ARCOBALENO
15- CORO POLIFONICO SANNAZZARO
16- CORPO BANDISTICO IRIS
17- GRUPPO ALPINI SANNAZZARO
18- GRUPPO LEGIONE DI MARIA – CAPPELLA DI LORETO
19- GRUPPO CICLISTICO SANNAZZARESE
20- GRUPPO LOMELLINO DI PRIMO INTERVENTO (GLPI)
21- GRUPPO MISSIONARIO SANNAZZARO
22- GRUPPO PODISTICO AVIS – AIDO
23- GRUPPO S. BERNARDINO
24- O.F.T.A.L.
25- ORATORIO PARROCCHIALE “S. Giovanni Bosco”
26- P.A. CROCE D’ORO
27- PARROCCHIA DI SANNAZZARO
28- POLISPORTIVA PADUS ALLEANZA
29- PRO LOCO SANNAZZARO
30- SANNAZZARO BASEBALL CLUB
31- SOCIETA’ OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO
(Testi tratti dall'Opuscolo pubblicato per l'occasione - febbraio 2004)