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Eminenti figure del passato.

Giannino Antona Traversi

Giannino Antona
                Traversi.Giannino Antona Traversi nacque a Milano il 7 marzo 1860.
II padre, Giovanni Antona Traversi, insigne giurista, fu uno dei più ricchi proprietari fondiari della Lombardia, proprietario di un grande palazzo a Milano, di una superba villa a Desio, di altre a Meda, a Sannazzaro e a Posillipo.
Uomo intelligente e severo, amico di Mazzini, di Garibaldi, di Francesco Crispi, fu Deputato al Parlamento per tre legislature, sedendo all'estrema sinistra.
La madre, donna Claudia Grismondi, discende da una delle più nobili famiglie bergamasche, anch'essa di grandi patrioti.
Giannino crebbe e trascorse la sua giovinezza in un ambiente pieno di idee, fervido di discussioni letterarie e politiche. Studiò a Firenze, a Roma e a Napoli, dove si laureò in giurisprudenza. Dopo il volontariato di cavalleria, nel 1882, condusse a Milano per vari anni vita mondana e spensierata.
Il 21 febbraio 1892 fu una data importante per il brillantissimo uomo, spensierato vitaiolo: segna il suo primo approccio con il mondo del teatro con la commedia "La mattina dopo".
A questa seguirono puntualmente ogni anno sue nuove commedie, le quali hanno tutte un denominatore comune: la canzonatura dell'aristocrazia.
La molteplicità degli impegni teatrali e letterari del Traversi diventò rilevante e la sua competenza teatrale gli valse un posto come membro della commissione esaminatrice degli allievi della scuola di recitazione dell'Accademia Filodrammatica di Milano.
II suo dinamismo intellettuale lo portò a promuovere incontri con personaggi famosi di passaggio a Milano, quali Sarah Bernhardt, il 6 febbraio 1889.
La critica divide i suoi scritti in tre filoni: scene uniche, commedie di costume e quelle di carattere. "Per vanità", "La scuola del marito", "Viaggio di nozze", "La fedeltà dei mariti", "L'unica scusa", "La pelliccia di martora", "Quegli che paga" sono tutte commedie in cui si tratta la posizione privilegiata dell'uomo e il suo egoismo nei confronti degli altri e soprattutto della donna sua compagna. Giannino arriva ad offrire un quadro di vita, di costumi e di usanze dei suoi tempi nelle commedie: "La scalata dell'Olimpo", "I giorni più lieti", "Carità mondana", ed "I martiri del lavoro".
Fu patriota ardente e in imminenza della grande guerra, lasciò la sua Meda, dove passava la maggior parte dell'anno a dare vita alle creature della sua fantasia, stabilendosi a Milano per unirsi con ardore futurista, alla schiera degli interventisti.
In guerra venne nominato tenente dei lancieri di Montebello e mandato al deposito del suo reggimento a Parma per il servizio di prima nomina, trovando anche il tempo di scrivere a scopo di propaganda la trama cinematografica del film "Sopravvissuto" che ottenne un successo entusiastico in tutta Italia e in Francia, e una commedia in due atti: "L'approdo".
Destinato al comando della terza Divisione di Cavalleria, in prima linea, partecipò alle azioni di essa al di là dell'Isonzo, sotto San Michele, dopo la presa di Gorizia.
Terminata la guerra fu promosso capitano per meriti eccezionali, insignito della croce di guerra italiana, di quella francese e della croce della terza Armata.
Le sue opere del dopoguerra hanno un'altra impostazione, meno briosa ed effervescente, più portata alla satira amara e alla considerazione sofferta e aperta ai grandi problemi umani della morte, del dolore, dell'incomprensione, della solitudine. Infatti, profondamente scosso per gli orrori della guerra, al termine del conflitto, ottenne di essere addetto al comando del terzo Corpo d'Armata che era nella valle dell'Inn, per vigilare in terra di vinti sui diritti dell'Italia vincitrice. Là egli attese all'opera di propaganda fra i soldati e alla costruzione del cimitero di Amras presso Innsbruck.
Lasciato il Tirolo, Traversi volle essere addetto all'ufficio: "Cure Onoranze Salme Caduti in guerra" da poco costituitosi ad Udine dove rimase dal maggio 1920 al settembre 1929, quando fu nominato Senatore del Regno. Dettò quasi tutte le epigrafi in versi e moltissime in prosa per il sacrario di Redipuglia e per altri cimiteri di guerra; fu l'interpositore fra il governo e I'Ufficio, per cui raccolse più di duecentomila lire, tenendo circa duecentosessanta conferenze in quasi tutte le città d'Italia.
Nel 1923 fu tra le autorità presenti all'inaugurazione del Monumento ai Caduti di Sannazzaro, durante la quale tenne una toccante orazione commemorativa.
Negli ultimi anni della sua vita visse quasi sempre a Meda, allestendo un suo museo, riordinando le innumerevoli lettere a lui pervenute, ritoccando il testo di alcune sue commedie e spendendo molto per le vedove e gli orfani di guerra.
Morì a Verona il 27 dicembre 1939, dedito fino all'ultimo agli ideali della Patria e dell'Arte.

Michele Debattista

(Rid. e adatt. da "Giannino Antona Traversi, commediografo brillante, patriota ardente", L'Eco di Sannazzaro n. 2, giugno 1997).



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