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La Raffineria
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Artisti sannazzaresi di ieri e di oggi.

Erminia Barbieri

Erminia Barbieri.Nacque a Sannazzaro nel 1890. Diplomatasi maestra a Pavia nel 1908, da sempre appassionata al disegno e alla pittura, fu a contatto con il professor Raffaele Magnani, docente a Brera, e con un artista d'origine slava, Bucik, chiamato a Sannazzaro come ritrattista. Dai contatti con l'artista, la sua pittura si arricchì di nuove connotazioni.
A Sannazzaro, in molte abitazioni è frequente trovare quadri da lei dipinti. Si tratta preferibilmente di composizioni floreali, copiate dal vero, dipinte in una ricchissima varietà.
Trattò anche il paesaggio e il ritratto, soprattutto delle persone care. Dipinse fino a tarda età, lasciandoci una ricchissima produzione.
Si spense il 31 ottobre 1981.

Michele De Battista

(Riduz. e adatt. da "Erminia Barbieri, maestra e pittrice", L'Eco di Sannazzaro n° 3, settembre 1997).

Profilo critico dell'artista.

Opere dell'artista presentate e commentate dal pittore sannazzarese Pino Zanchin: galleria virtuale.

Alla pittrice sannazzarese è stato dedicato, a cura dell'Amministrazione Comunale, il calendario per l'anno 2005, distribuito a tutte le famiglie. Nel settembre dello stesso anno, promossa dall'Assessorato alla Cultura e dalla Biblioteca Civica, è stata allestita la prima vera Mostra postuma delle opere di Erminia Barbieri, a cura del pittore sannazzarese Pino Zanchin, che in proposito scrive:

"...questa prima Mostra postuma è una sintesi panoramica del suo lavoro, ospita 35 quadri ed è importante perchè abbiamo la opportunità di compiere un primo passo verso la comprensione e la valorizzazione dell'opera pittorica di questa artista, nostra concittadina, scomparsa nel 1981...Nella Sannazzaro della seconda metà del '900, Erminia Barbieri è una donna colta, ma un'artista isolata. I suoi familiari sono deceduti e le circostanze la tengono fuori dai 'sistemi dell'arte' gallerie, mostre, mercanti, che sono per lei irraggiungibili. Ella lavora attorniata dall'affetto di molti, ma in piena solitudine, applicando e ripetendo all'infinito la grammatica compositiva e l'utilizzo dei colori che il pittore Augusto Bucik, suo maestro e suo idolo indiscusso, le ha insegnato. Una grammatica interamente carpita, prima fagocitata nello stile e poi rielaborata per il proprio uso. Ne emerge un 'fare' molto personalizzato e pienamente per noi oggi riconoscibile.
Barbieri è donna istintiva ed umorale ed è pittrice che ha la piena coscienza delle sue capacità. Applicherà sempre, assolutamente sempre, le proprie regole: prima la composizione, poi la prima stesura 'acquerellata' dei colori e poi la finitura 'piena' delle tinte. Non 'sbaglierà' mai più un dipinto per tutti i 30 anni di applicazione quotidiana al cavalletto ed ogni variante interesserà, in più od in meno, soltanto questo suo ritmo, per lei ferreo.
Ma dunque, dove sta il valore estetico dei quadri
'ripetitivi' dipinti da Erminia Barbieri? Nella sua casa-studio ha dipinto tutta la frutta e tutti i fiori che i sannazzaresi le donavano e che poi appendevano, felicemente riprodotti, nelle proprie case. Oggi ci accorgiamo che quei quadri sono stati la sua difesa e la sua solitaria finestra
sul mondo, e sono stati soprattutto un terminale
delle sue ansie di donna e di artista.

Alcuni quadri in
                mostra.Percorrendo questa selezione di opere, per la
prima volta riunite insieme, leggiamo il talento, il carattere e la intensa passionalità dell'artista. Immaginiamo i suoi sentimenti irretiti nel rigore della sua educazione, dal sentirsi guardata dalle convenzioni sociali, l'alternanza di gioie e di afflizioni, ed in seguito il soffrire per l'insorgere delle infermità e dell'anzianità.






L'ultimo quadro, non
                terminato, della pittrice sannazzarese. Scopriamo che i soggetti dipinti sono solo dei
pretesti per fare pittura: una bella pittura!
Ma i colori, ora ombrosi ed intensi, ora leggeri e volanti, ora scattanti e graffiati, sono il suo rifugio segreto e scandiscono la sua esistenza quotidiana.
Erminia Barbieri ha avuto nella vita una sola vera
libertà: la sua pittura."

Pino Zanchin

(Da "L'Eco di Sannazzaro" n° 3 - Settembre 2005.


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