Testimoni di Storia Locale
Don Giovanni Gazzaniga
La
"Storia di Sannazzaro de' Burgondi" scritta dal parroco
don Giovanni Gazzaniga rimane un testo fondamentale per
chi s'interessa di storia locale.
Lo scritto, pubblicato nel 1893, oltre ad essere un primo
significativo contributo alla conoscenza della storia
della cultura del nostro paese, è importante per
l'approfondimento e la completezza dei temi trattati. Don
Gazzaniga, con una prosa letteraria che gli proveniva da
un qualificato mondo accademico che frequentava, ha
delineato con rigore e competenza il profilo del paese e
del suo territorio attraverso l'analisi dei diversi
aspetti che li caratterizzavano.
Dai capitoli del libro emerge con evidenza la natura di
Sannazzaro nei suoi molteplici aspetti, storico,
artistico, sociale e nel susseguirsi delle pagine il
volume attraverso un quadro organico evidenzia non solo i
retaggi culturali e storici ma anche le potenzialità che
Sannazzaro poteva allora esprimere nel territorio.
Nativo di Garlasco, don Giovanni Gazzaniga fu parroco a
Sannazzaro dal 1877 al 1902. Letterato energico e di fermi
principi, erudito membro di varie accademie, partecipò al
concorso di storia ecclesiastica piemontese
all'Esposizione d'Arte Sacra in Torino nel 1898 vincendo
una medaglia d'oro e un diploma d'onore con una monografia
su "Il Santuario della Madonna della Fontana in Sannazzaro
de' Burgondi", uno scritto di fondamentale importanza che
è ormai un altro raro prezioso documento di storia locale
in cui il religioso analizza con dovizia di particolari
gli aspetti storici e architettonici nonché quelli legati
al culto.
Uomo del suo tempo, incarnava i contrasti dell'Ottocento.
Chiesa e Stato, dopo le vicende risorgimentali, si
guardavano con ostilità che i politici da una parte e il
clero dall'altra non perdevano occasione di manifestare.
Anche a Sannazzaro, don Gazzaniga con toni polemici e
determinazione sentiva di dover contrastare con ogni mezzo
l'incalzare del laicismo.
Preoccupato di fronte al nascente socialismo che vedeva
come "calamità quanto mai tremenda", attraverso alcuni
suoi scritti in seguito alle prime conferenze socialiste
organizzate, conosciamo la sua visione sulle questioni e
sulle lotte sociali. Per don Gazzaniga le lotte sociali si
sarebbero potute sanare solo con l'associazionismo. Vedeva
nella libera associazione, in cui fortemente credeva, il
rimedio per arrestare il socialismo, quasi ad opporre al
socialismo ateo e rivoluzionario un socialismo
"cristiano".
Con la tenacia e la fermezza che sempre lo
contraddistinsero, mise in atto tentativi concreti nel
sociale, promuovendo nel 1891 la costituzione di una
società cattolica di mutuo soccorso fra i contadini e le
donne che non erano stati accettati nella già costituita
Società di Mutuo Soccorso e allestendo nel 1892 un
ricovero per vecchi e bisognosi, destinato poi a diventare
l'attuale Pensionato .
Dedito come sacerdote a scritti religiosi, ci ha lasciato
varie testimonianze: un "Quaresimale" in tre volumi,
"Armonia della Fede colla Religione", "L'immagine di
Maria" e in una prosa aulica e forbita un opuscolo: "Cenni
sulla vita dei S.S. Gioacchino ed Anna".
Uomo di profonda cultura ed attento a quelle tematiche
sociali che sono ancora oggi attuali ed oggetto di
dibattito culturale, ci ha lasciato scritti che conservano
ancora una profonda valenza storica e pedagogica: "Vera
idea dell'educazione", "Cattolicismo e razionalismo
nell'educazione", otto discorsi sull' "Importanza degli
Asili infantili", "Le nozze".
Ancora impegnato a profondere energie attraverso scritti,
sermoni, pubblicazioni, don Gazzaniga, all'età di
cinquantotto anni, si spegneva nella casa parrocchiale il
5 ottobre 1902.
Michele Debattista
(Rid. e adat. da "Don Gazzaniga: un parroco letterato", L'Eco di Sannazzaro n. 3, settembre 1996).
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Sannazzaro ha
provveduto nel 2004 alla ristampa dei due volumi di storia
locale, "Il Borgo" ed "Il Feudo", scritti dal parroco Don
Gazzaniga, editi nel 1894/95. L'inziativa di notevole
rilievo culturale è stata realizzata grazie alla
generosità della sig.rina Rosalia Carpani.